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Sterilizzazione del gatto: cosa cambia

Nella pratica clinica il veterinario spesso consiglia la sterilizzazione del gatto per favorire la salute e il benessere dell’animale: questa procedura infatti consente di avere minori rischi di salute legati direttamente o indirettamente all’attività riproduttiva, nonché di evitare comportamenti sgraditi e gravidanze indesiderate.
Nonostante ci siano indubbi benefici legati alla sterilizzazione, bisogna fare attenzione, perché questa procedura concorre insieme ad altri fattori a predisporre il felino ad alcune possibili conseguenze, come ad esempio difficoltà di mantenere un peso corporeo ideale o patologie delle basse vie urinarie.

L’attività riproduttiva insieme ad altri fattori, come ad esempio l’età o l’attività fisica, influenza il comportamento e l’assetto ormonale del gatto, e quindi di conseguenza anche il suo consumo energetico ed i fabbisogni nutritivi.
Cosa cambia quando il gatto è sterilizzato? Bisogna tener conto che i gatti che vivono in casa non sempre possono accedere all’esterno e cacciare o compiere sufficiente movimento, quindi spesso l’attività fisica è ridotta al minimo, almeno che essa non venga opportunamente stimolata col gioco o con l’uscita. La sterilizzazione annulla la ricerca di un partner sessuale e quindi vengono meno gli spostamenti e le lotte legati ad essa, e per questo l’esigenza energetica diminuisce. Inoltre l’intervento chirurgico di sterilizzazione induce un cambiamento ormonale che può provocare una riduzione del metabolismo basale fino a circa il 20%.
Il primo cambiamento importante dopo la sterilizzazione del gatto è quindi una diminuzione della sua esigenza energetica, che diventa quindi fondamentale da gestire mediante un’alimentazione specifica e senza eccessi o extra da tavola.
Il non corretto mantenimento del peso corporeo ideale può predisporre a problemi di salute (es. diabete mellito) e comportamentali (es. ulteriore diminuzione del movimento). Quando il gatto viene sterilizzato, è quindi opportuno scegliere un’alimentazione completa e bilanciata per le sue specifiche esigenze, che al contempo sia a ridotta densità energetica, come ad esempio un alimento commerciale specificatamente formulato per gatti sterilizzati.
Un’altra importante considerazione da fare circa la sterilizzazione, è che essa viene considerata uno dei fattori predisponenti alle patologie delle basse vie urinarie (FLUTD). Cosa si intende per FLUTD? Semplificando è una condizione infiammatoria dell’ultimo tratto urinario (vescica, uretra) caratterizzato da alcuni sintomi come: frequenti e brevi minzioni, presenza di sangue nelle urine, dolore e difficoltà alla minzione. Inoltre può essere presente anche l’ostruzione delle basse vie urinarie, dovuta alla formazione di cristalli o calcoli, il più delle volte costituiti da struvite (fosfato d’ammonio magnesiaco). Questa alterazione sebbene possa accadere in tutti i gatti, è più frequente in quelli sterilizzati, con un peso corporeo alterato, che si muovono poco e/o che hanno un limitato accesso all’acqua.
In conclusione, la sterilizzazione è un evento significativo che può modificare le abitudini e condizioni di vita del gatto, favorire una più serena convivenza con l’uomo, un controllo delle nascite indesiderate e una diminuzione di patologie legate alla sfera sessuale (es. piometra, adenocarcinoma mammario), ma allo stesso tempo potrebbe incidere negativamente sul benessere dell’animale, se non si prendano opportuni accorgimenti.
Tra queste particolari accortezze, a partire dal mese successivo all’intervento chirurgico, è consigliabile: stimolare il movimento con il gioco o facendolo uscire quando possibile; somministrare alimenti di qualità nelle razioni riportate in etichetta (possibilmente in pasti piccoli e frequenti), caratterizzati da un ridotto contenuto energetico e una formulazione specifica per gatti sterilizzati; mettere sempre a disposizione acqua fresca e in luoghi facilmente accessibili; ed effettuare regolarmente i controlli di routine dal proprio veterinario di fiducia.

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