La leishmaniosi canina è una malattia molto complessa e che richiede nuove strategie per combatterla e vincerla. Si tratta di una malattia infettiva cronica causata dal parassita Leishmania infantum attraverso la puntura di flebotomi. In Italia, e in generale in tutta l’area dei Paesi mediterranei, rappresenta una delle patologie più temute dai proprietari di cani e tra le più diffuse. Per approfondire i sintomi e le modalità di prevenzione ti invitiamo a leggere questo articolo.
Trattamento tradizionale: i suoi limiti
Per contrastare la leishmaniosi il protocollo terapeutico prevede l’utilizzo di antimoniato di N-metilglucamina (MGA) in combinazione con allopurinolo, un farmaco antiparassitario da assumere per periodi lunghi, anche oltre 6 mesi. Ma l’uso prolungato dell’allopurinolo può causare iperxantinuria, una condizione che predispone il cane alla comparsa di calcoli urinari con gravi conseguenze per i reni. Negli ultimi anni, inoltre, si sono notati casi di resistenza al farmaco che hanno reso necessaria l’introduzione di nuove terapie.
Una svolta dalla nutraceutica: l’integrazione con AHCC e nucleotidi
Uno degli approcci nella gestione della leishmaniosi è rappresentato dalla modulazione del sistema immunitario attraverso l’alimentazione funzionale. L’uso di integratori può favorire e supportare la risposta naturale del cane contro il parassita. In particolare sotto la lente della ricerca ci sono due composti. Vediamoli insieme.
AHCC (Active Hexose Correlated Compound)
Si tratta di un estratto naturale che deriva dai funghi della famiglia dei Basidiomiceti. L’estratto è molto ricco di oligosaccaridi e viene utilizzato anche nella medicina umana a supporto delle difese immunitarie. è infatti noto per le sue proprietà immunostimolanti.
I nucleotidi alimentari
Si tratta di alcuni componenti fondamentali per la sintesi del DNA e del RNA con effetti positivi sia sulla rigenerazione cellulare sia sul sistema immunitario.
Lo studio: il confronto tra allopurinolo e integratore
Uno studio clinico multicentrico, randomizzato e controllato, condotto da Segarra e colleghi nel 2017, ha analizzato l’efficacia dell’integrazione per via orale di AHCC e nucleotidi nei cani affetti da leishmaniosi conclamata. Lo studio è stato condotto su 69 cani e tutti sono stati sottoposti allo stesso trattamento iniziale (MGA 50 mg/Kg sottocute, due volte al giorno, per 28 giorni). Successivamente, i cani sono stati divisi in due gruppi.
Cosa è accaduto durante lo studio
I cani sono stati suddivisi nel gruppo Allopuronio, composto da 38 cani, (10 mg/kg due volte al giorno per 6 mesi) e nel gruppo Integratore, composto da 31 cani, (17 mg/kg di AHCC + 32 mg/kg di nucleotidi una volta al giorno per 6 mesi). I cani sono stati monitorati al giorno 0, al giorno 30 e al giorno 180 attraverso la valutazione dei segni clinici, le analisi del sangue, delle urine, del midollo e la misurazione della carica parassitaria tramite RT-PCR.
I risultati: molto simili, ma senza effetti collaterali
Conclusi i 6 mesi di trattamento, entrambi i gruppi hanno mostrato miglioramenti clinici evidenti con:
- una riduzione del punteggio clinico dei sintomi;
- diminuzione del titolo anticorpale;
- calo della carica antiparassitaria misurata con RT-PCR.
Il dato più interessante riguarda la sicurezza dell’integratore. Nessun cane del gruppo integratore ha presentato effetti avversi, mentre 12 cani trattati con allopurinolo hanno sviluppato xantinuria. Soltanto nel gruppo trattato con nucleotidi e AHCC è stata osservata una risposta clinica migliore costante nel tempo riscontrabile già dal primo mese e fino alla fine dello studio.
Quali aspettative per i proprietari di cani?
Grazie a questo studio è possibile affermare che l’integrazione con AHCC e nucleotidi potrebbe davvero rappresentare una valida alternativa naturale all’allopurinolo, soprattutto in quei cani predisposti a calcoli renali o che hanno avuto reazioni avverse; può essere utilizzata da sola in soggetti infetti ma asintomatici, così da evitare il progredire della malattia; può essere affiancata a trattamenti farmacologici convenzionali migliorando la risposta clinica e riducendo dosaggi elevati di farmaci antiparassitari.
Limiti dello studio e futuro della ricerca
Lo studio presenta alcune limitazioni metodologiche che si possono riassumere sottolineando che:
- si tratta di uno studio open-label in cui tutti i ricercatori erano a conoscenza del trattamento somministrato;
- i cani sono stati alimentati con diete diverse e questo potrebbe aver influenzato in qualche modo la risposta immunitaria;
- il numero dei cani sottoposti allo studio è relativamente contenuto.
I risultati ottenuti, comunque, sono molto positivi e promettenti e aprono la strada a nuovi studi con campioni più ampi, follow-up più lunghi e combinazioni di integratori naturali con farmaci per la leishmaniosi per ottenere un trattamento più completo.